Vogliamo che le nostre villae, che abbiamo impiantato perché servano ai nostri bisogni, siano totalmente al nostro servizio e non di altri uomini. “Capitulare de villis vel curtis imperialibus”
Carlo Magno, 800 d.C.
Cosa mangiavamo prima della scoperta dell’America?
Il giardino medievale Hortus de Sinibaldi è uno spazio dedicato alla coltivazione di piante ed alberi da frutto secondo le indicazioni del Capitulare de villis, l’ordinanza emanata da Carlo Magno tra il 770 e 1’800 d.C., che rappresenta l’unico documento in grado di fornire quadro della vita agraria al tempo dei Franchi, nonché un elenco delle piante di uso abituale dall’epoca romana fino alla scoperta delle Americhe che, come è noto, rivoluzionò anche i sistemi alimentari del Vecchio Mondo.
Ad un primo esame le piante del Capitulare de villis appaiono elencate in modo illogico e casuale: piante ornamentali, eduli, velenose, tintorie, convivono con legumi e aromatiche in un groviglio inesplicabile. Analizzandole una ad una scopriamo un denominatore comune che ne rende logica la convivenza: sono tutte usate anche in farmacopea, hanno tutte un valore officinale. In uno spazio ristretto Carlomagno raccomandava quindi ai suoi sudditi gli strumenti essenziali per la loro sopravvivenza in pace, in guerra e durante le frequenti carestie.
L’Hortus de Sinibaldi nasce dallo stimolo della Amministrazione Comunale di Rocca Sinibalda di riqualificare gli spazi intorno al Castello che giacevano in uno stato di naturalità. E stato progettato per essere uno spazio gratuito in evoluzione, un luogo di apprendimento scientifico, botanico, ma anche estetico e simbolico; un luogo speciale, dove sia possibile sperimentare in prima persona, stagione dopo stagione, anno dopo anno, un antico sistema di corrispondenze tra uomo e natura basato su equilibrio, armonia e conoscenza.
Vi proponiamo un percorso attraverso le abitudini alimentari e i rimedi vegetali del Medioevo ispirato all’unico documento scritto che li rappresenti: il Capitulare de Villis emanato da Carlomagno tra il 770 e l’800 d. C.
Al fine di superare guerre, carestie ed epidemie, Carlomagno raccomandava ai suoi sudditi che gestivano le proprietà agricole della stirpe dei Franchi di piantare negli orti 74 specie erbacee e 16 specie arboree, fornendoci così un quadro preciso delle abitudini alimentari dei nostri antenati prima che la scoperta delle Americhe ne rivoluzionasse completamente la dieta.
La caratteristica comune dei vegetali che troverete nell’Hortus De Sinibaldi consiste nel fatto che tutte posseggono importanti proprietà curative unite a quelle alimentari e simboliche, sulla base delle conoscenze medievali che in buona parte sono state confermate dalla moderna fitoterapia.
Possiamo immaginarci che la vita nelle “villae”, agglomerati rurali abitati da contadini al servizio delle proprietà della stirpe carolingia, fosse ispirata a quella che oggi chiamiamo sicurezza alimentare, cioè la capacità di una comunità di alimentarsi e curarsi senza dipendere da fonti esterne, spesso lontane e difficilmente raggiungibili.
Per comprendere meglio il senso del CDV dobbiamo immaginarci che cosa mangiavano i contadini di allora e dimenticare la rappresentazione gastronomica delle corti medievali con infinite portate ed ostentata abbondanza di spezie e cibi ricercati: i poveri vivevano di zuppe, polente di cereali e pane nero, la carne era rara e per dare sapore ai cibi si usavano erbe aromatiche e non certo il pepe o le spezie che sappiamo avevano prezzi al chilo quanto un intero maiale.
Alcune piante qui coltivate avevano usi non alimentari ma ugualmente pratici, come le piante tintorie per colorare i tessuti prodotti con le piante tessili come il lino e la canapa e non trascuriamo infine le piante vulnerarie per curare le ferite in pace e in guerra, le piante purgative e quelle per le donne.
Infine alcune piante avevano anche un forte richiamo simbolico ai temi della religione come la rosa candida o il giglio di S. Luigi anch’esso bianco a rappresentare la purezza della Vergine e a ribadire il senso di questo elenco fornitoci da Carlomagno, infatti i bulbi di giglio possiedono ottime proprietà cicatrizzanti e venivano consumati cotti nei periodi di carestia.

Alcune piante menzionate nel CDV si possono trovare nella flora spontanea di Rocca Sinibalda come la santoreggia (Satureja hortensis), il mentastro (Mentha spicata), il macerone (Smirnum olusatrum) o la cicoria selvatica (Cichorium intybus).
Un caso interessante è rappresentato dal macerone che ha riacquistato la libertà soppiantato dal sedano che comparve sulle tavole solo dopo il Medioevo.
La radice e le foglie possiedono un forte aroma che ricorda il sedano e veniva utilizzato per insaporire zuppe e insalate.
Frequentissima negli incolti lungo strade e sentieri e dai caratteristici fiori celesti, la cicoria selvatica è la madre delle tante insalate amare dei nostri giorni ed era conosciuta già dagli Egizi per le sue proprietà depurative.
I semi di cicoria tostati costituiscono un sostitutivo del caffè utilizzato nei tempi di guerra quando il caffè era scarso oppure da chi deve evitare il potere stimolante della caffeina.
Anche il mentastro, considerato meno nobile della menta, è diffusissimo negli uliveti e nei coltivi del nostro territorio e veniva utilizzato nei decotti contro la tosse e per le sue proprietà digestive ed antispastiche.
L’assenza di alcune piante di allora nei nostri orti indica chiaramente che sono state soppiantate da altre più appetitose e attrattive per la coltivazione. È il caso dei fagioli attuali, tutti derivati da specie centro- o sudamericane e del genere Phaseolus che hanno sostituito quelli del genere Vigna che erano biennali e di minori dimensioni. Rimane solo il fagiolo dell’occhio (Vigna unguicolata) a rappresentare ancora oggi i fagioli del Vecchio Mondo.
Il testo del CDV che ispira il percorso botanico di questo giardino nasconde alcuni misteri finora irrisolti.
Il primo riguarda il suo autore di cui non conosciamo il nome ma che certamente aveva notevoli conoscenze di botanica. Era sicuramente un monaco, perché le competenze scientifiche del tempo erano patrimonio del clero, che aveva il tempo e la possibilità di occuparsene.
Il secondo è l’area geografica nella quale potessero nascere e crescere le piante menzionate: si potrebbe trattare di una vasta area a Nord e a Sud delle Alpi, dalla Provenza alla Baviera e tutto il Nord dell’Italia.
Ultima difficile interpretazione sono stati i nomi stessi dell’elenco: ai tempi di Carlomagno gli organismi viventi non erano ancora classificati con il sistema binomiale ideato da Linneo (1707-1778), per questo motivo schiere di botanici si sono cimentati nell’assegnare ai nomi indicati una specie botanica univoca.
Le piante collocate lungo il percorso con i loro fiori e frutti sono inaspettatamente spettacolari anche se non sono le solite specie utilizzate nei tediosi interventi di arredo urbano delle nostre città. Lo scopo stesso dell’Hortus inclusus del Medioevo era di stimolare la meditazione e favorire la contemplazione delle opere divine, aveva anche un fine estremamente pratico di produzione alimentare, rendeva disponibili piante medicamentose, piante tintorie e simboliche che lo stesso CdV indicava dovessero sempre essere presenti negli orti delle comunità rurali dell’impero carolingio al fine di affrontare anche le frequenti carestie e guerre di quel periodo.
L’Hortus De Sinibaldi costituisce un’aula a cielo aperto per le scuole e i visitatori per la educazione alimentare, per l’apprendimento della botanica, per la conoscenza della storia, del costume e delle usanze di un’epoca che anche in questi luoghi ha influenzato le nostre abitudini, i nostri piatti e il nostro rapporto utilitaristico con le piante e che ha generato la enorme biodiversità delle piante alimentari messa in serio pericolo dalla attuale omologazione del cibo che riduce le risorse alimentari a poche specie vegetali mettendo in pericolo la sicurezza alimentare, la nostra salute e il piacere di apprezzare sapori e aromi tanto diversi.
Attraverso l’Hortus vogliamo far riscoprire al territorio la propria identità attraverso il patrimonio culturale diffuso, in cui luoghi di interesse storico-artistico sparsi per il territorio diventano parte di una storia collettiva. Un sistema innovativo che crea ambienti di apprendimento più interattivi per valorizzare il patrimonio collettivo, le bellezze naturali, paesaggistiche e architettoniche dell’area.
Il Giardino medievale Hortus De Sinibaldi è la realizzazione di un “patto attraverso il quale la comunità si prende cura di un territorio”, dove valorizzare gli aspetti della cultura territoriale come gli ambienti di vita tradizionali, il patrimonio naturalistico e storico-artistico, e potrà a buon diritto, per la sua natura storico paesaggistica, entrare a far parte dell’Ecomuseo del Turano istituito dalla Riserva Naturale Navegna Cervia. L’Ecomuseo permette di scoprire e promuovere una zona di particolare interesse per mezzo di percorsi, di attività educative e di ricerca che si avvalgono del coinvolgimento della popolazione, delle associazioni e delle istituzioni culturali. Nell’Ecomuseo confluiscono i paesaggi, l’architettura, il saper fare, le testimonianze orali della tradizione, uno strumento di riappropriazione del proprio patrimonio culturale da parte della collettività. Oltre al Museo Agapito Miniucchi – rocchigiano – (sculture, arte contadina), che ospita opere in legno, pietra e ferro, è presente il Museo della civiltà contadina di Posticciola legato all’agricoltura e alla attività dei legnaioli nei boschi e foreste, ed è in allestimento è anche il Museo della Pastorizia di Vallecupola. Inoltre, a Vallecupola, frazione di Rocca Sinibalda a 1000 m sul livello del mare all’interno della Riserva Navegna Cervia, la Biblioteca Casa Museo di Angelo di Mario fa parte del Sistema di Biblioteche e Musei dell’Alta Sabina (SIMBAS) e si caratterizza per un patrimonio librario della storia locale legata ad Angelo Di Mario, natio di Vallecupola. Organizza escursioni storiche e letterarie, concorsi, convegni, momenti di lettura, è centro di ricerca in materia storico/etnoantropologica.
Schede botaniche proprietà terapeutiche
Salvia
Digestive, colagoghe, bechiche, espettoranti, tonico-stimolanti, antisettiche. Per uso esterno come antinfiammatorio e lenitivo delle infiammazioni del cavo orale
Ruta
Digestive, carminative, emmenagoghe, sedative, vermifughe
Cetrioli
Rinfrescanti, diuretico-depurative, anticostipante, emolliente
Meloni
Zucca
Apporta vitamine del gruppo B, vitamina C, ricca di flavonoidi e carotenoidi
Fagiolo dall’occhio
Diuretiche, antidiabetiche, ipoglicemizzanti, anti arteriosclerotiche, ipotensive
Cumino
Digestive, aperitive, carminative, antisettiche, antispasmodiche
Rosmarino
Aperitive, digestive, carminative, antispasmodiche, tonico-stimolanti. Per uso esterno in frizioni per il cuoio capelluto e in gargarismi nelle infiammazioni orali
Anice
Tonico-aperitive, depurative, antispasmodiche, carminative
Sedano
Digestive, aperitive, carminative, diuretiche
Rucola
Diuretiche, astringenti, vitaminizzanti, espettoranti. Per uso esterno come revulsivo
Prezzemolo
Diuretiche, emmenagoge, ricco di vitamina C
Aneto
Stimolanti, carminative, emmenagoghe, diuretiche
Menta
Espettoranti, digestive, stimolanti, antispasmodiche. Per uso esterno per frizioni antireumatiche, antisettico e deodorante del cavo orale.
Mentastro
Espettoranti, digestive, tonico-stimolanti, antispasmodiche. Per uso esterno per frizioni antireumatiche, antisettico e deodorante del cavo orale
Erba gattaia
Sedative, antisettiche, antispasmodiche
Bieta
Mineralizzanti, ricca di vitamine del gruppo B, vitamina C e caroteni
Cavoli
La presenza di micronutrienti fanno di tutte la varietà di cavoli degli alimenti funzionali. Gli isotiocianati sono antitumorali, i flavonoidi riducono la fragilità dei capillari, sono indispensabili per migliorare le difese immunitarie, favorire il benessere psicofisico, contrastare l’invecchiamento
Erba cipollina
Stimolanti, digestive, antisettiche, depurative
Porri
Fluidificante, espettorante, ipocolesterolemizzante, antiossidante, battericida, vermifugo
Fave
Ipoglicemizzanti, antidiabetiche
Piselli
Ipotensive, ipoglicemizzanti
Per uso esterno come addolcente in forma di cataplasma
Coriandolo
Antispasmodiche, carminative, antisettiche, digestive, aperitive
Gli alimenti base
Una medicina di sapori
La fame e l’abbondanza, carestie guerre e eventi naturali imprevedibili
Le piante medicinali
Febbre e raffreddore
Le piante per le donne
Le piante vulnerarie (rimedio alle ferite in pace e in guerra)
Le piante purgative
Le piante afrodisiache
Le piante per il mal di ventre
Il giardino segreto e le piante velenose, allucinogene
Le piante simboliche
Alcune piante non ordinabili nelle categorie precedenti
Piccolo lessico dei termini della farmacopea e fitoterapia
Addolcente
Lenisce e rende morbida la pelle e le mucose, attenua le infiammazioni
Afrodisiaco
Accresce lo stimolo e il tono dell’eccitazione sessuale
Anafrodisiaco
Placa gli impulsi sessuali
Antinfiammatorio
Combatte un processo infiammatorio
Antisettico
Previene l’insorgenza di infezioni, disinfettante
Antispasmodico
Calma le contrazioni muscolari involontarie di origine nervosa
Aperitivo
Stimola l’appetito
Balsamico
Calma le infiammazioni delle mucose
Bechico
Espettorante contro la tosse e le affezioni respiratorie
Carminativo
Evita la formazione e favorisce l’espulsione dei gas intestinali
Colagogo
Stimola la secrezione della bile
Depurativo
Disintossicante che favorisce l’espulsione dall’organismo delle sostanze nocive
Diuretico
Aumenta la secrezione dell’urina
Emmenagogo
Ristabilisce e regolarizza le mestruazioni
Emostatico
Arresta le emorragie
Espettorante
Favorisce l’espulsione del catarro dalle vie respiratorie
Eupeptico
Stimola la secrezione dei succhi gastrici, facilita la digestione
Galattofugo
Arresta la secrezione lattea
Galattogogo
Stimola la produzione di latte
Ipoglicemizzante
Abbassa la percentuale di glucosio nel sangue
Lassativo
Favorisce l’evacuazione dell’intestino, blando purgante
Revulsivo
Irritante che provoca arrossamento nel punto di applicazione, aumenta il flusso sanguigno
Sedativo
Calmante del dolore, riduce sensibilità e eccitabilità nervosa
Stomachico
Giova allo stomaco, favorisce la digestione
Vermifugo
Provoca l’espulsione dei vermi intestinali
Vulnerario
Favorisce il risanamento di piaghe e ferite
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